Storie di integrazione

Il sarto più richiesto di via delle botteghe oscure

Quando nel 1991, nella regione di Wardak, è nato J. l’Afghanistan era uscito da soli due anni dall’occupazione sovietica. Il Paese, ostaggio delle varie etnie (tagiki, pashtun,  uzbeki, hazara) era “un enorme termitaio brulicante di misera umanità; un immenso cimitero impolverato” (Tiziano Terzani). J. è di etnia hazara e per questo ha tutti contro, perchè considerato discendente dalle orde mongole di Gengis Khan. Per dargli un  futuro,  all’età di sette anni, la madre lo porta in Iran, assieme agli altri due fratelli e alla sorella. Da clandestini, sopravvivono nella periferia della città di Isfahan.

  1. comincia a lavorare in un piccolo laboratorio di sartoria, dove confeziona grembiuli scolastici, camicie e pantaloni. Man mano che cresce teme di essere rimandato in Afghanistan. A 16 anni, si aggrega ad un gruppo di afghani diretti in Europa. Le spese del viaggio gliele anticipa uno zio residente in Kuwait. Il viaggio durerà cinque mesi, percorrerà l’ultimo tratto (Patrasso – Ancona), nascosto in un tir. Alle spalle aveva già l’attraversamento dell’Iran, della Turchia e della Grecia, parte a piedi, parte in barca, sempre col cuore in gola, sempre con la complicità delle tenebre. A gennaio 2008 giunge, da minore, alla Città dei Ragazzi e resta “abbagliato” dalla ricchezza della proposta formativa: l’Assemblea, la scuola, il cinema, il teatro, l’apprendistato alla vita, peculiare dell’Autogoverno.

Resterà con noi fino a ottobre 2009. Desideroso di studiare, passa molto tempo in stanza con i libri e più di una volta è il “professore” dei suoi connazionali. Prega tanto e ad ogni richiesta degli educatori risponde: “no problem”. Mostra subito buone capacità relazionali e si caratterizza per riservatezza, educazione, creatività e grande passione per la moda. Conseguita la licenza media inizia un tirocinio, che poi diventerà lavoro, presso “Bassetti Tessuti”. Passa con facilità attraverso vari reparti (tappezzeria, biancheria, seteria, cotoneria, laneria …),  affinandosi anche nel lavoro sartoriale.

Oggi J. è il sarto/commesso più richiesto di un negozio di via delle Botteghe Oscure, in grado di assistere e consigliare anche i clienti più esigenti. Il suo sogno è  avere presto una sartoria tutta sua dove esprimere tutta la sua arte.