ONCR

La Fondazione

Opera Nazionale per le Città dei Ragazzi è una fondazione di religione e culto, ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Opera nel grande complesso “La Città dei Ragazzi di Roma” situato nella zona di via della Pisana, alle porte di Roma.

Accogliamo, sosteniamo minori stranieri non accompagnati, ragazzi in condizioni di abbandono e povertà materiale ed educativa, accompagnandoli in un reale percorso di integrazione.

La Mission

Opera Nazionale per le Città dei Ragazzi è un laboratorio di integrazione sociale e di educazione allo stare insieme.

Sono migliaia i giovani che la Città dei Ragazzi ha accolto nel corso del tempo, ragazzi in condizioni di abbandono e povertà materiale ed educativa.

L’Opera infatti, si occupa in modo integrale della loro tutela e della loro crescita umana e sociale. Adotta un modello di intervento denominato “Autogoverno” che li forma alla responsabilità e alla convivenza civica. Per ciascun ragazzo è predisposto un progetto educativo individuale personalizzato che prevede obiettivi socio-assistenziali, psico- educativi e formativi, in vista del loro inserimento nella società. La maggior parte dei ragazzi accolti sono minori stranieri non accompagnati, provenienti da oltre 20 Paesi, in maggioranza dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Europa dell’Est. L’esperienza maturata dalla Città dei Ragazzi nell’accoglienza, nell’educazione interculturale e nell’inserimento sociale di questi soggetti è ormai un patrimonio di conoscenze e di saperi che è messo quotidianamente a disposizione degli Enti locali a livello nazionale.

Elemento caratteristico della Città fin dalla fondazione, la pedagogia dell’autogoverno invita e sfida i giovani a partecipare attivamente alla gestione quotidiana della loro comunità. In un ambiente di amore e di servizio vengono aiutati a scoprire le loro doti personali e gli autentici valori che danno un vero significato alla vita. Oggi il metodo dell’autogoverno è stato rivisto e adattato alle recenti normative in tema di tutela e assistenza dell’infanzia.

Ancora oggi la sua proposta educativa, seppur aggiornata e contestualizzata alle nuove realtà sociali, continua ad essere l’elemento caratterizzante della comunità e permette a ragazzi e ragazze l’opportunità di crescere serenamente.

Ogni anno mediamente sono accolti e seguiti, in quattro gruppi appartamento, 40 ragazzi adolescenti.

La Storia

Opera Nazionale per le Città dei Ragazzi è stata fondata a Roma nel 1953 da Monsignor Joseph Patrick Carroll Abbing, sacerdote cattolico irlandese che si è dedicato per tutta la vita alla cura dei giovani bisognosi.

Ricevette dal Governo Italiano la Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana e venne eletto Cavaliere di Gran Croce del Sovrano Militare Ordine di Malta. l’Associazione della Stampa Estera di New York lo scelse come vincitore per il Premio Umanitario Mondiale. Nel 1988 venne candidato per il Premio Nobel per la Pace.

Nel corso dei decenni la Città dei Ragazzi è diventata una realtà multietnica, un laboratorio di integrazione sociale e di educazione alla convivenza civile.

“Oggi nessuno nega che sia una cosa necessaria educare i giovani alla responsabilità: alcuni, però, continuano a sostenere che si può fare, senza dar loro responsabilità concrete, senza che abbiano la libertà di predisporre programmi, di prendere decisioni, di fare scelte, cioè di correre il rischio di sbagliare. Mi chiedo piuttosto se spesso non sia l’adulto a temer di affrontare il grave compito di educatore e di accollarsi anche il rischio che ne deriva, se egli non preferisca gli schemi rigidi di regolamenti formali, che rendono più agevole la disciplina esterna, ma non sono atti a favorire una reale educazione alla responsabilità. “I giovani di un istituto possono essere educati alla responsabilità senza sindaco, giudice, elezioni, assemblea, assessori e banca?” Senza dubbio, ma a condizione che vi sia un sistema pedagogico adatto, il quale però è tutt’altro che facile a trovarsi. Come è possibile dare, giorno per giorno concrete responsabilità a centinaia di adolescenti? Come si può programmare il graduale intensificarsi, adattandole alle diverse età e alle varie capacità di ognuno? E come, in pratica, si può realizzare ciò in modo che sia accetto anche ai ragazzi? ”Il mio timore è che, se non si elabora un sistema di vita comunitaria quanto più possibile aderente alla realtà, si rischia facilmente di ricadere in quello che soddisfa gli adulti per la soluzione degli immediati problemi disciplinari, trascurando l’altro, basilare, della vera educazione.

Monsignor Joseph Patrick Carroll Abbing