Storie di integrazione

Dall’Egitto all’Italia per “dare il meglio di sé… ogni giorno”

Ricorda a memoria tutti i codici dei diversi tipi di frutta, necessari per la pesatura sulla bilancia e l’emissione del codice a barre  per il pagamento alla cassa. Peperoni 76, melanzane 74, pomodori  53, cetrioli 81, banane 1, aranc 11, zucchine 49, radicchio 57 … Non c’è verso che sbagli, il reparto ortofrutta del Supermercato Idromarket è il regno di A., che lo cura con straordinaria dedizione. Sempre sorridente e cordiale, pronto a farsi prossimo a chiunque chieda un aiuto, specie se anziano o “ancor più – dice lui – se è una bella donna”.

Ha spiccate doti comunicative e se non fosse nato in Egitto, nel gennaio 2001, si direbbe che è uno scugnizzo napoletano, per l’astuzia e l’intelligenza.

Da piccolo lavorava la terra con il papà.

Il lavoro era duro e i profitti quasi nulli e allora decide di partire, come avevano fatto in tanti, anche nella cerchia di amici e parenti. Il saluto alla madre è stato straziante. Quel giorno ha visto piangere per la prima volta il padre.

Questa scena A. la riferisce ancora con le lacrime agli occhi e, per tutto ciò che ha realizzato, dice di aver tratto energia proprio da quell’episodio: “Da quel giorno ho giurato di sforzarmi per renderlo felice”. 

A 13 anni lascia genitori, nonna, quattro sorelle e un fratello e si avventura per mare, fino ad approdare a Reggio Calabria, dopo 14 giorni di navigazione, raccolto al largo e portato in salvo da una nave della Croce Rossa Italiana. Arriva alla Città dei Ragazzi ad agosto 2014 e vi resterà per 4 anni e mezzo, fino al compimento del 18° anno.        

Nel 2016 consegue la Licenza Media e nel 2017 frequenta un corso di pizzeria organizzato da Opera Nazionale per le Città dei Ragazzi, a dicembre di quello stesso anno, inizia la sua esperienza lavorativa come addetto al reparto frutta del supermercato in zona Pisana.

Oggi ha un contratto a tempo indeterminato, vive per conto proprio e, ogni mese, manda metà stipendio alla famiglia, “per far studiare tutti i fratelli”. Oltre a questi impegni, che considera inderogabili, ha un altro sogno: riuscire a pagare al papà e alla mamma il viaggio alla Mecca, desiderio di ogni musulmano,  almeno una volta nella vita. Conclude il suo piano operativo dicendo: “Per ultimo mi sistemerò io, con un’italiana, possibilmente seria, che abbia studiato”.

A., non lascia indifferenti e quando alla Città dei Ragazzi si pensa al lavoro, come dimensione fondamentale della vita dei nostri ragazzi, il pensiero va proprio a lui, che ogni giorno da’ il meglio di sé, componendo con la frutta mosaici di straordinaria bellezza.